2023

Danae Festival compie 25 anni ed è stato inevitabile rivolgere lo sguardo a quando tutto è cominciato. Il Festival nasce nel 1999 come progetto a sostegno della creatività femminile, ma non solo. Da subito ha voluto farsi portatore di valori ed esperienze che si possono racchiudere in un’idea di femminile che non è necessariamente appannaggio delle donne, ma che nelle donne più facilmente ha dimora.

Tenendo assieme questa origine e le tematiche del presente, è Terra Madre il concetto attorno a cui si sviluppa il Festival. Definizione che evoca il mondo della natura che, fuori da ogni idealizzazione, è dispensatrice di vita, ma anche causa di morte, che può essere caverna che protegge, ma anche luogo di sepoltura di corpi. La vita e la morte tenute assieme. Bellezza e tremendezza.

La Madre Terra è, contemporaneamente, legame, contesto di relazione e di riconoscimento dell’alterità: non terra promessa per alcuni, bensì matrice comune, sostrato di tutti e che ognuno contribuisce a creare. Della terra si parla a volte come di luogo patrio – la mia terra – si dice, e sicuramente è importante sapere da dove veniamo, che spesso è da molto più lontano di quanto crediamo, ma bisogna avere un pensiero più largo. La terra è di tutti e non è di nessuno, siamo suoi temporanei ospiti, sicuramente non necessari, cosa di cui abbiamo avuto lampante conferma in questi ultimi anni. La Terra è dotata di potenza magica. Secondo le culture di stampo matriarcale, la Terra è il principio femminile per eccellenza, la Grande Madre aperta all’intervento fecondo del cielo al quale dà potenza.

 

La programmazione accoglie, quindi, una significativa presenza di artiste italiane e straniere. Ma il discorso si stratifica con le questioni affrontate. nei vari progetti: la relazione con la morte, con il sacro, con la natura, con il trascorrere del tempo, passando per tematiche di genere e femministe. Corpi politici e poetici che si fanno carichi di messaggi e discorsi in una società che ne vuole il controllo.

Nel percorso di questa venticinquesima edizione si resta coerenti con la prima vocazione del Festival: l’attraversamento e l’incrocio di diversi codici, forme e linguaggi. Tra teatro, videoarte, cinema, sperimentazione sonora, performance continuando ad aprire a diverse modalità di contattare lo spettatore per attivarlo nello sguardo e nella partecipazione.

All’intuito, alla gentilezza, all’accoglienza, alla selvaggeria, all’autodeterminazione dei corpi, al mistero, al magico, all’invisibile, alla potenza e non al potere, dedichiamo questo importante anniversario di Danae Festival.

Siate con noi!

 

i numeri

14 compagnie ospiti
18 spettacoli di cui
7 prime nazionali
1 anteprima
23 repliche
1 focus dedicato alla scena contemporanea svizzera al femminile
6 incontri col pubblico dopo gli spettacoli
Oltre 1700 spettatori
1 podcast
2 workshop

EXTRADANAE (workshop)

EXTRADANAE, sezione del festival dedicata alla formazione, incrocia quest’anno Scholé, una serie di proposte di studio sul corpo ideato dal Teatro delle Moire, e Radical Dance, il focus internazionale dedicato alla scena contemporanea svizzera al femminile, portando due workshop di due artiste radicali: Silvia Rampelli e Yasmine Hugonnet.

Sabato 14.10 dalle 15 alle 19
Domenica 15.10 dalle 10 alle 14
LachesiLAB, Via Porpora 43/47
SILVIA RAMPELLI
Dinamiche dell’atto

dal 23 al 26.10 dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17
laboratorio con gli studenti della Civica Scuola Paolo Grassi
YASMINE HUGONNET
Empathic Chamber #0.3

DANAE InOnda

Dal 23 Ottobre

FETUS-QUANDO SI NASCE
un podcast di IVAN CAROZZI
in collaborazione con TEATRO DELLE MOIRE

Nel 2023 Danae Festival festeggia una data importante: i 25 anni dalla propria nascita. Fetus-Quando si nasce è il podcast che vuole avvicinarsi all’evento immemorabile della nascita nell’Homo Sapiens, scegliendo di farlo attraverso lo studio e la disamina del primo disco del cantautore Franco Battiato, il cui titolo, appunto, è «Fetus».
Pubblicato nel gennaio del 1972, all’epoca in cui Battiato aveva 27 anni, «Fetus» è un’opera composta da otto tracce e interamente dedicata al racconto della nascita, a partire dalla pulsazione cardiaca che si avverte in apertura del disco e dai versi «Non ero ancora nato\Che già sentivo il cuore». La copertina, ideata da Gianni Sassi, ritrae un feto, mentre il disco si caratterizza per la disinvolta miscela dei materiali sonori più eterogenei: dalla voce dei bambini della scuola materna «Istituto San Vincenzo» di Milano, fino alle arie di J.S. Bach e le voci degli astronauti Neil Armstrong, Michael Collins ed Edwin Aldrin.
In coerenza con l’attitudine cosmica e aperta di Franco Battiato, il podcast Fetus-Quando si nasce usa l’opera discografica «Fetus» come un pretesto per spaziare e allargare il racconto a più voci, come quella di Gianluigi Pezzera, musicista e ingegnere del suono, Giordano Casiraghi, giornalista e scrittore, Fabio Cantelli Anibaldi, scrittore e ricercatore.
ll podcast propone anche una vox populi su Franco Battiato, raccolta a Milano in Piazzale Loreto.

ideato e scritto da Ivan Carozzi
collaborazione alla realizzazione Teatro delle Moire
composizione e montaggio audio Attilio Nicoli Cristiani
voce narrante Ivan Carozzi
ospiti Gianluigi Pezzera, Giordano Casiraghi, Fabio Cantelli Anibaldi

Grazie per il contributo vocale a Maria Arena, Camilla Barbarito, Cinzia Becatti, Simone Berti, Fabio Bonelli, Alessandro Bosetti, Lupo Borgonovo, Elisabetta Consonni, Alessandra Cristiani, Cinzia Delorenzi, Vincenzo De Santis, Federica Fracassi, Maria Caterina Frani, Matteo amico di Maria Caterina Frani, Anna Gesualdi, Graziano Graziani, Danilo Ligato, Giulia Lombezzi, Gabriele Marino, Matteo Mottini, Titta Cosetta Raccagni, Antonio Ragni, Rocco Rossitto, Vincenzo Schino, Antonio Tagliarini, Paola Tintinelli, Mariella Venturini, Andrea Zuin Pati

Ivan Carozzi è stato autore di programmi televisivi come «Le invasioni barbariche», «L’assedio», «Lessico amoroso» e «Dilemmi». È stato caporedattore del mensile di fumetto e cultura Linus, è autore di libri, tra cui «Figli delle stelle» (Baldini e Castoldi, 2014), «Macao» (Feltrinelli digital, 2012), «Teneri violenti» (Einaudi Stile Libero, 2016), «L’età della tigre» (Il Saggiatore, 2019) e «Fine lavoro mai» (Eris, 2022). È autore dei podcast «Rael e i figli delle stelle», «La grande incertezza», dell’audiodocumentario «Sostanza di cose sperate. Voci e storie dal processo 7 aprile» trasmesso su Radio Tre e per Chora Media di «Una specie di tenerezza». Ha scritto per testate on line e off line e ha un blog su Il Post. È inoltre autore insieme a Nicola Porcelluzzi per Chora Media dell’apprezzatissimo podcast «Frigo» (2022), dedicato alla storia di Frigidaire la più creativa, esplosiva e imprevedibile delle riviste italiane.