Sabato 19 ottobre dalle ore 20

Fabbrica del Vapore/Spazio Fattoria

Dedicato a Masaki Iwana
S. Rampelli, M. Wakamatsu, Lê Quan N.

durata: 90 minuti circa
ingresso: 15/12€
ridotto dance card 7,50€ – posti limitati

Per assistere allo spettacolo, è necessario tesserarsi Fattoria Vittadini. Compila il modulo entro il 18/10 a questo link (tesseramento gratuito con validità fino al 31/12/2024).

Col sostegno dell’Institut Français
Col patrocinio del Consolato Generale del Giappone

Masaki Iwana, grande maestro di danza Butoh scomparso nel novembre del 2020 e che, nel 2019, è andato in scena e ha realizzato un suo laboratorio per l’ultima volta proprio a Danae Festival. Masaki Iwana, uomo dalle radici ben piantate nella sua cultura e al tempo stesso dall’apertura mentale e culturale verso ogni orizzonte è stato artista eclettico che ha esplorato molte arti tra la scrittura, il cinema e ovvia mente la danza.

Attraverso il suo insegnamento, rigoroso e profondo, Masaki ha trasmesso un’immensa eredità ai corpi che ha incontrato in tutto il mondo.

Una tre giorni di laboratori (EXTRADANAE), proiezioni video, condivisione di pensieri e performance da parte di artisti e artiste nazionali e internazionali che hanno studiato e/o collaborato con lui, che gli sono stati vicini, molti dei quali e delle quali hanno fatto parte negli anni della comunità artistica di Danae Festival: la coreografa, scrittrice e maestra di yoga Francesca Proia, la danzatrice, performer, formatrice Cristina Negro, la coreografa Silvia Rampelli, che dirige il progetto di ricerca performativa indipendente Habillé d’eau, la danzatrice e coreografa Alessandra Cristiani, che da più di vent’anni indaga il pensiero e la pratica dell’Ankoku Butoh con esiti coreografici che includono l’installazione e il dialogo con altre discipline; la danzatrice/performer e musicista Moeno Wakamatsu, moglie di Masaki Iwana e custode della sua eredità artistica, i due grandi sperimentatori sonori Michel Doneda, che ha fatto dell’improvvisazione una pratica sonora e di vita tanto radicale e profonda da esserne una delle voci più originali a livello internazionale, Lê Quan Ninh, percussionista di formazione classica proveniente dal Conservatorio di Versailles e appassionato dell’improvvisazione libera. Il progetto si avvale della preziosa collaborazione all’ideazione di Cristina Negro.

ore 20
This is my beginning
proiezione videointervista a Masaki Iwana
durata: 13 minuti  

ore 20.15
Silvia Rampelli
Masaki Iwana, la via del corpo. Una riflessione, un omaggio.
durata: 15 minuti 

ore 20.30 
Moeno Wakamatsu e Lê Quan Ninh (Francia/Giappone) 
A tree on the other side 
performance 
durata: 45 minuti

“Dove la terra diventa le radici, i rami diventano il cielo, il bordo del cielo cade oltre, dall’altra parte … l’essere è non-essere. 
Desidero sospendere il momento in cui l’invisibile e il visibile, l’informe e la forma, la vita e la non vita, si fondono – atemporalmente e tempestivamente … come il sogno sospeso nella realtà – nel tessuto della coscienza”. 
(Moeno Wakamatsu)  

Segue incontro con il pubblico. 

Biglietti

Sabato 19 ottobre

bio

Silvia Rampelli, laurea in Filosofia, focalizza la riflessione sulla natura dell’atto, sulla centralità della dimensione percettiva nella pratica scenica e nei processi esperienziali trasformativi. Attiva nella creazione e in ambito teorico e formativo, nel 2002 fonda Habillé d’eau, progetto di ricerca performativa indipendente, del quale sono oggi parte Alessandra Cristiani, Eleonora Chiocchini, Valerio Sirna. Con Habillé d’eau è stata prodotta, tra l’altro, da La Biennale di Venezia – Festival Internazionale del Teatro, dal Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera e invitata nei maggiori festival.  Numerosi sono i testi critici pubblicati in volumi e riviste e i riconoscimenti, tra i quali: Premio Ubu 2018 per il Migliore spettacolo di danza. Parallelamente alla ricerca scenica, propone seminari e discorsi in contesti pubblici, e di studio, sviluppa azioni per utenti fragili. È artista docente per l’università Iuav di Venezia; Il passo, La Quinta Parete, Nascondere, progetti di Romeo Castellucci per la Triennale, Milano; Scuola Cònia, corso di Tecnica della Rappresentazione, direzione Claudia Castellucci; Corso di Ritmo Drammatico, Istituto di Ricerca di Arte Applicata Societas; Da.Re. Dance Research, direzione Adriana Borriello. Ha diretto interventi, tra l’altro, per Fondamenta, a cura di Francesca Corona, Teatro India, Roma, 2021; La democrazia del corpo, direzione Virgilio Sieni, Cango, Firenze, 2019; Matera Capitale della Cultura Europea, 2019; Fabulamundi. Playwriting Europe, progetto europeo per la diffusione della drammaturgia contemporanea, PAV e Teatro di Roma, 2016-19. È stata docente del Master in Artiterapie presso Sapienza Università di Roma e presso l’Università Roma Tre. È stata invitata dall’Università IUAV di Venezia presso il Teatro Comunale di Vicenza e dal DAMS, Università Roma Tre. Per radio India ha realizzato Meditazioni sulla figura; Corpi erranti. Conduce dal 2009 a Roma un laboratorio permanente sulla performatività per persone con malattia di Parkinson. È sostenuta da Tir Danza. 

Moeno Wakamatzu è danzatrice, performer e musicista. Nasce nel 1975 a Tokyo, in una casa di un tempio buddista Jodoshu ad Asakusa. All’età di 10 anni la sua famiglia si trasferisce all’estero, in Canada e poi negli Stati Uniti. Dai 6 ai 17 anni ha seguito una formazione classica al pianoforte e successivamente all’organo a canne. Dopo i 18 anni si dedica all’arte plastica e all’architettura. Si installa a New York City. All’età di 19 anni incontra la danza. Studia alla scuola di Merce Cunningham a New York. Poco dopo si è avvicinata al Metodo Feldenkrais e ne è diventata un’operatrice certificata. Nello stesso periodo, è stata molto attratta dal lavoro di alcuni specifici artisti buto. Dopo essersi laureata alla Cooper Union School of Architecture, ha lavorato come architetto a New York, danzando e praticando il Metodo Feldenkrais. All’età di 27 anni ha lasciato il campo dell’architettura per dedicarsi esclusivamente al teatro-danza come artista solista. Presenta il suo lavoro da solista e conduce workshop a livello internazionale. Risiede in Normandia, in Francia. Ha mantenuto relazioni artistiche speciali con Lê Quan Ninh, Masaki Iwana, Lani Maestro. Per lo sviluppo e l’evoluzione del suo lavoro, lei stessa non classifica il suo lavoro in nessuno stile artistico o di danza specifico.   Il suo lavoro rimane al di fuori delle arti delle idee o dei concetti.  Una danza che va oltre il movimento fisico e le relazioni sociali, e che mira a una comunicazione diretta in un tempo e in uno spazio intensificati. 

Lê Quan Ninh, percussionista di formazione classica proveniente dal Conservatorio di Versailles si appassiona da subito all’improvvisazione libera che pratica parallelamente alle sue attività di interprete dal 1986 al 2010 all’interno del quartetto di percussioni Helios. Nel suo percorso l’interpretazione e l’improvvisazione coesistono senza mescolarsi veramente fino alla creazione nel 2006 dell’ensemble hiatus, fondato con la violoncellista Martine Altenburger che riunisce musicisti coinvolti in entrambe le discipline. Ha suonato con un numero altissimo di artisti tra cui: Michel Doneda, Peter Kowald, Paul Lovens, Daunik Lazro, Butch Morris e numerosi altri. Ha un rapporto privilegiato con la danza e collabora regolarmente a progetti coreografici scritti o di improvvisazione con Fine Kwiatkowski, Michel Raji, Masaki Iwana, Moeno Wakamatzu, Patricya Kuypers e molti altri.