Domenica 3 novembre ore 16

Villa Mirabello

Attila Faravelli, Enrico Malatesta, Juan Lopez

Ònfalo

PRIMA NAZIONALE
durata: 90 minuti
ingresso: 15/12€

 

 

Tornano a Danae due noti artisti nell’ambito della sperimentazione sonora che collaborano da tempo: Attila Faravelli sound artist e musicista elettroacustico la cui pratica comprende field recording, performance, workshop e design e Enrico Malatesta, percussionista e ricercatore indipendente attivo in ambiti sperimentali posti tra musica, performance e indagine territoriale.
Ònfalo è un progetto creato appositamente per Danae Festival che ha aperto la loro ricerca sonora al campo della biotremologia, una branca emergente dell’entomologia che usa tecnologie d’avanguardia per studiare il paesaggio sonoro naturale dal punto di vista delle vibrazioni in esso presenti.
C’è un senso di meraviglia quasi incredula nel poter ascoltare i modi con cui le cose intorno a noi vibrano sempre, anche quando sembrano immobili; gli insetti comunicano percuotendo le piante con le zampe e uno stelo d’erba in un prato è una babele di lingue incomprensibili, uno strumento musicale sta sempre suonando anche quando nessuno lo suona, le nostre voci fanno vibrare le foglie, i movimenti quotidiani del nostro corpo quali il camminare e il respiro creano terremoti sulle strutture più fragili. Per questa ricerca, è stato indispensabile la figura di Juan López, ricercatore presso il Dipartimento di Ricerca sugli Organismi ed Ecosistemi dell’Istituto Nazionale di Biologia di Lubiana (Slovenia). López si occupa di comunicazione vibrazionale degli artropodi ed è pioniere nello studio del paesaggio sonoro vibratorio. Grazie a questa collaborazione e a un periodo di
residenza artistica a Milano, i tre ricercatori hanno potuto raccogliere materiali di lavoro del progetto in spazi verdi della città, con una sofisticata strumentazione che permette registrare la comunicazione vibratoria tra artropodi messa a disposizione dall’Università di Lubiana.
Il termine Ònfalo indica, secondo la mitologia classica, il centro del mondo, il suo ombelico. II progetto rivela come un dispositivo di rilevamento scientifico, concepito per oggettivare il reale, mette paradossalmente in crisi la distinzione stessa di soggetto-oggetto, uomo-natura, attività-passività, mostrando come il paesaggio non sia tanto un oggetto di contemplazione a noi esterno quanto un flusso di materia ed energia senza soluzione di continuità, entro cui siamo immersi e di cui noi umani siamo solo una piccola parte periferica.

Biglietti

Domenica 3 novembre ore 16:00

crediti

field recording, diffusione sonora Attila Faravelli percussioni Enrico Malatesta interferometri laser Juan López foto Luana Giardino

bio

Attila Faravelli vive e lavora a Milano, dove ha studiato composizione elettronica. La sua indagine esplora il suono in quanto fenomeno materiale – ma non oggettivo – fluido e relazionale. Nella sua pratica musicale ed installativa indaga la relazione tra suono, spazio e corpo. Compone ed esegue in solo (il suo lavoro solista è pubblicato da Die Schachtel e Senufo), realizza installazioni sonore con Nicola Martini (Presto!?), suona con Andrea Belfi nel duo Tumble (Die Schachtel), con Nicola Ratti (Boring Machines) e con Matija Schellander (Aural Tools). Con Burkhard Stangl, Mario De Vega ed Angelica Castello è parte del quartetto elettroacustico SQUID (Mikroton Recordings). Collabora inoltre con Enrico Malatesta e Nicola Ratti nel trio ~ Tilde. Ha presentato il suo lavoro in tutta Europa, USA, Cina e Sud Corea. Nel 2010 ha partecipato alla 12ma Biennale Internazionale di Architettura di Venezia e dal 2011 cura a Milano The Lift, ciclo di concerti di musica sperimentale. Nel 2012 è stato il curatore italiano per il progetto Sounds of Europe. È fondatore e curatore di Aural Tools, una serie di multipli-oggetti sonori che documentano i processi stessi (sia materiali che concettuali) di produzione sonora da parte di musicisti selezionati.

Enrico Malatesta, percussionista e ricercatore sonoro, basato a Cesena, è attivo nel campo della musica sperimentale, intervento site-specific e performance. La sua pratica esplora le relazioni tra suono, spazio e movimento, la vitalità dei materiali e le morfologie delle superfici con particolare attenzione posta all’atto di percuotere. Il suo percorso di ricerca è caratterizzato da un forte interesse alla possibilità di produrre informazioni multiple attraverso azioni semplici, al movimento, alle modalità d’ascolto e alla sostenibilità della presenza del performer attraverso il suono. Ha presentato il proprio lavoro in Italia, Europa, Nord America, Giappone e Corea del Sud, partecipando a importanti festival di musica sperimentale, contemporanea e arti performative. Collabora regolarmente e in diversi progetti con Giuseppe Ielasi, Seijiro Murayama, Christian Wolfarth, Luciano Maggiore, Giovanni Lami, Attila Faravelli, Nicola Ratti, Renato Rinaldi, Alessandro Bosetti, Sebastiano Carghini, Riccardo Baruzzi. E’ fondatore di MU e FREQUENTE, organizzazioni indipendenti rivolte all’organizzazione di eventi, rassegne e workshops dedicati al suono, musica sperimentale e pratiche spaziali, attive a Milano e nel territorio romagnolo.

Juan López, da quando ha iniziato la sua vita accademica con la Laurea triennale in Biologia, ha trovato affascinante la vasta quantità di conoscenze che la scienza poteva produrre. Ha scoperto nuove aree di ricerca man mano che i suoi studi progredivano ed è entrato in contatto con la comunità internazionale per la prima volta durante i suoi studi Erasmus in Ungheria. Da quel momento ha scoperto la mia vocazione per la ricerca. Una volta laureato, mi sono trasferito in Slovenia per un breve stage di ricerca e sono rimasto lì per completare i suoi studi di master, incentrati sulla protezione delle colture e la gestione dei parassiti. Durante il suo Erasmus in Italia, si è imbattuto nel campo scientifico della “Biotremologia”, ovvero lo studio dei segnali biologici emessi dal substrato. Tra le cose che lo hanno affascinato di più in relazione a questo argomento c’è la combinazione di scienza e musica, due delle sue più grandi passioni. Il suo obiettivo è sviluppare attraverso il mio lavoro questo giovane campo, in tutti gli aspetti possibili (emissione di segnali, ripercussioni comportamentali, meccanismi neurali, applicazione sul campo…) poiché crede che avrà importanti ripercussioni nel modo in cui percepiamo e comprendiamo la natura, e applicazioni favorevoli di questa conoscenza a diversi campi (gestione dei parassiti e conservazione della natura tra gli altri).
Attualmente sta lavorando alla sua tesi di dottorato, che si occupa di biotremologia e dello studio dei vibroscapes dei prati da fieno.