Dopo la sua esplorazione delle danze serpentine di Loïe Fuller, Ola Maciejewska torna a Danae con un lavoro che affida alla danzatrice e performer Leah Marojevic, artista queer femminile indipendente. In The Second Body si assiste a un corpo a corpo tra la performer e una forma di ghiaccio. Un duetto – o un assolo aumentato – che accentua tutte le sfumature del tocco, e colloca la percezione sulla linea divisoria tra freddo e caldo, liquido e solido, figurativo e astratto.
Il graduale scioglimento del ghiaccio, la dissoluzione di forme e contorni, non è che la parte visibile di un processo più profondo che interessa il corpo e tutte le immagini generate dalla sua relazione con l’oggetto che sta manipolando. Se ciascun organismo vivente ha due corpi, uno funzionale, che ne conserva i sistemi vitali, e l’altro connesso a una rete di scambi con altri ecosistemi, The Second Body porta in superficie la materialità di tale intreccio: un multinodo in cui il blocco di ghiaccio diviene un’estensione del corpo, una protesi e in cui la danza è tanto rivelatrice quanto creatrice, sottrae tanto quanto aggiunge. Implicitamente, si manifesta un gesto coreografico elementare – toccare, portare, scivolare, afferrare, intrecciare – rivelando l’allegoria del fragile rapporto tra l’essere umano e gli elementi, rendendo impercettibile la linea divisoria tra cura e distruzione, bruciatura e carezza, presenza e scomparsa.