Danae Festival compie 25 anni ed è stato inevitabile rivolgere lo sguardo a quando tutto è cominciato. Il Festival nasce nel 1999 come progetto a sostegno della creatività femminile, ma non solo. Da subito ha voluto farsi portatore di valori ed esperienze che si possono racchiudere in un’idea di femminile che non è necessariamente appannaggio delle donne, ma che nelle donne più facilmente ha dimora.
Tenendo assieme questa origine e le tematiche del presente, è Terra Madre il concetto attorno a cui si sviluppa il Festival. Definizione che evoca il mondo della natura che, fuori da ogni idealizzazione, è dispensatrice di vita, ma anche causa di morte, che può essere caverna che protegge, ma anche luogo di sepoltura di corpi. La vita e la morte tenute assieme. Bellezza e tremendezza.
La Madre Terra è, contemporaneamente, legame, contesto di relazione e di riconoscimento dell’alterità: non terra promessa per alcuni, bensì matrice comune, sostrato di tutti e che ognuno contribuisce a creare. Della terra si parla a volte come di luogo patrio – la mia terra – si dice, e sicuramente è importante sapere da dove veniamo, che spesso è da molto più lontano di quanto crediamo, ma bisogna avere un pensiero più largo. La terra è di tutti e non è di nessuno, siamo suoi temporanei ospiti, sicuramente non necessari, cosa di cui abbiamo avuto lampante conferma in questi ultimi anni. La Terra è dotata di potenza magica. Secondo le culture di stampo matriarcale, la Terra è il principio femminile per eccellenza, la Grande Madre aperta all’intervento fecondo del cielo al quale dà potenza.
La programmazione accoglie, quindi, una significativa presenza di artiste italiane e una sezione internazionale, dal titolo “radical dance” dedicata alla nuova scena svizzera al femminile.. Ma il discorso si stratifica con le questioni affrontate nei vari progetti: la relazione con la morte, con il sacro, con la natura, con il trascorrere del tempo, passando per tematiche di genere e femministe. Corpi politici e poetici che si fanno carichi di messaggi e discorsi in una società che ne vuole il controllo.
Nel percorso di questa venticinquesima edizione si resta coerenti con la prima vocazione del Festival: l’attraversamento e l’incrocio di diversi codici, forme e linguaggi. Tra teatro, videoarte, cinema, sperimentazione sonora, performance continuando ad aprire a diverse modalità di contattare lo spettatore per attivarlo nello sguardo e nella partecipazione.
All’intuito, alla gentilezza, all’accoglienza, alla selvaggeria, all’autodeterminazione dei corpi, al mistero, al magico, all’invisibile, alla potenza e non al potere, dedichiamo questo importante anniversario di Danae Festival.
Siate con noi!
Alessandra De Santis
Nel 2023 Danae Festival festeggia una data importante: i 25 anni dalla propria nascita. Fetus-Quando si nasce è il podcast che vuole avvicinarsi all’evento immemorabile della nascita nell’Homo Sapiens, scegliendo di farlo attraverso lo studio e la disamina del primo disco del cantautore Franco Battiato, il cui titolo, appunto, è «Fetus».
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